Il Cristallo di Rocca

Jan van Eyck, Ritratto dei coniugi Arnolfini,1434

Il termine greco crystallos indica sia il minerale noto come cristallo di rocca sia il ghiaccio a causa dell’evidente somiglianza morfologica dei due materiali, solidi  e traspiranti.

Plinio si dice certo che il cristallo di rocca derivi direttamente dal ghiaccio con un annoso processo di intenso e costante raffreddamento che determinerebbe il consolidamento del ghiaccio allo stato minerale. Il cristallo verrebbe estratto dalla regione alpina da esperti rocciatori “appesi ad una corda” sulle cime ove le nevi fossero purissime.

Definita dagli enciclopedisti medievali “pietra della luce” per le sue particolari caratteristiche ottiche, essa ritenuta efficace nella cura degli occhi , ma soprattutto nel calmare la sete e stimolare nelle puerpere la produzione di latte. Per via della somiglianza con l’acqua , il cristallo avrebbe inoltre tutte le caratteristiche dell’elemento. come favorire l’immaginazione. A questo proposito infatti, Gerolamo Cardano, mago del Rinascimento, parla dell’esistenza di un prodigioso strumento di cristallo, ovvero di una sphaera, nella quale si potevano scorgere delle immagini. Così Cardano descriveva il più tradizionale degli strumenti divinatori.

Materiale di acqua e terra dunque, il cristallo riceve gli influssi della luna,  signora di entrambi gli elementi, per la ragione che a somiglianza della terra attrarrebbe le acque celesti e imbevuta di esse ce le trasmetterebbe con la sua vicinanza. Senza l’acqua nessuna purificazione nè rinascita spirituale è possibile ed ecco che nelle Sacre Scritture il cristallo è assimilato a l’acqua, anzi è una sorta di acqua eterna e rappresentata per tanto con il battesimo e l’incarnazione di Cristo: infatti la sua vita da mortale diventa eterna attraverso la Resurrezione , proprio come l’acqua diverrebbe eterna ghiacciandosi in cristallo.

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