
Dipinto su tela a firma De Pisis
DIPINTO
Raffigurazione/soggetto Scena Urbana
Materia e tecnica Olio su supporto tela
Misure in cm h. cm 65 x l. cm 40
Autore Filippo De Pisis
Indicazione datazione Seconda metà del XX secolo d. c.
Documentazione fotografica
Illuminazione con due lampade da 45 W con temperatura di
colore di 5500 K. Acquisizione con fotocamera digitale reflex
Pentax K200D corredata di obiettivo Pentax 18-250 mm ED AL.
Stato di Conservazione Buono
Acquisizione documenti Documenti Fondazione De Pisis
Localizzazione attuale Italia – Lazio – Roma – Collezione privata
Iconografia Quartiere parigino 1930
NOTE PERITALI Il dipinto si presenta in buono stato. Supporto in tela, pigmenti ad
olio.
Il dipinto si presenta mancante di telaio e di cornice coeva.
FILIPPO DE PISIS
Luigi Filippo Tibertelli de Pisis, semplicemente conosciuto come Filippo de Pisis (Ferrara, 11 maggio 1896 – Milano, 2 aprile 1956), è stato un pittore e scrittore italiano, uno tra i maggiori interpreti della pittura italiana della prima metà del Novecento.
Nacque a Ferrara l’11 maggio 1896, terzo di sette figli (sei maschi ed una femmina), da Ermanno Tibertelli de Pisis, un nobile e Giuseppina Donini. I
l predicato nobiliare che latinizza il nome della città di Pisa, luogo di origine degli antenati, gli è stato confermato di recente da un decreto ministeriale che ha riconosciuto la sua discendenza da un personaggio storico benemerito del Ducato estense.
La scrittrice e pittrice Bona de Pisis de Mandiargues era una nipote (figlia del fratello Leone Tibertelli de Pisis). Si dedicò allo studio della pittura inizialmente sotto la guida del maestro Odoardo Domenichini nella sua città natale, perfezionandosi successivamente con i fratelli Angelo e Giovan Battista Longanesi-Cattani.
Nel 1916 si iscrive alla Facoltà di Lettere dell’Università di Bologna, dove si laurea nel 1920 con una tesi sui pittori gotici ferraresi, sotto la guida di Igino Benvenuto Supino come relatore. Iniziò la sua attività come letterato e critico d’arte, collaborando a molte testate non soltanto locali.
L’interesse e la passione per la pittura lo spingono a vivere in varie città come Roma, Venezia e Milano, Parigi e Londra, alla ricerca di nuovi contesti culturali e artistici.
Periodo romano (1919-1924)
A Roma frequenta la casa del poeta Arturo Onofri e incontra Giovanni Comisso, il quale diverrà suo grande amico. Sin dai primi mesi romani inizia a comporre le novelle che confluiranno nella raccolta La città dalle cento meraviglie. Nel 1920 espone per la prima volta disegni e acquerelli nella galleria d’arte di Anton Giulio Bragaglia in Via Condotti, accanto alle opere di Giorgio de Chirico.
È in questi anni che comincia ad affermarsi come pittore e le sue opere risentono dell’influsso di Armando Spadini. Le storie della Roma del passato, curiosità e scoperte animano De Pisis ed è proprio su questa traccia che compone “Ver-Vert”: “un diario impudico di un poeta che andava diventando sempre più un pittore”. Altri scritti anticipano ciò che verrà rappresentato nelle sue nature morte con paesaggi.
Periodo parigino (1925-1939)
Il periodo parigino, iniziato nel marzo del 1925, registra la sua piena maturità artistica. Dipinge en plein air come i grandi vedutisti ed entra in contatto con Édouard Manet e Camille Corot, Henri Matisse e i Fauves.
Sono anni in cui realizza alcune tra le sue tele più celebri: “La grande natura morta con la lepre”; “Il bacchino”; “Natura morta con conchiglie”. Temi ricorrenti, oltre alle nature morte, sono i paesaggi urbani, nudi maschili e immagini d’ermafroditi.
In seguito a una mostra personale a Milano nel 1926 presentata da Carrà alla saletta Lidel, raggiunge il successo anche a Parigi con la sua personale alla Galerie au Sacre du Printemps con la presentazione di De Chirico.
Nonostante la sua produzione sia legata principalmente a Parigi, continua a esporre anche in Italia e inizia a scrivere articoli per L’Italia Letteraria e altre riviste minori. Stabilisce un rapporto intenso con il pittore Onofrio Martinelli, già incontrato a Roma.
Tra il 1927 e il 1928 i due artisti dividono anche una casa-studio in rue Bonaparte. Entra nel circolo degli artisti italiani a Parigi, un gruppo d’artisti che comprendeva Giorgio de Chirico, Alberto Savinio, Massimo Campigli, Mario Tozzi, Renato Paresce e Severo Pozzati, e il critico francese Waldemar George (che nel 1928 cura la prima monografia su De Pisis).
Durante gli anni di vita a Parigi visita Londra per tre brevi soggiorni, stringendo rapporti d’amicizia con Vanessa Bell e Duncan Grant. WIKIPEDIA