Sant Almacchio ed i Gladiatori al Colosseo

Sant Almacchio ed i Gladiatori al Colosseo, dipinto su tela a tecnica mista, in fase di studio a cura di Verdi Demma. Scena storica di San Almacchio che ferma i giochi al Colosseo













Questa immagine proviene, dall’Archivio fotografico della Kunsthistorisches Institut in Florenz (Istituto di Storia dell’Arte di Firenze), Istituto di ricerca della Max Planck Society per la storia dell’arte e dell’architettura
Lavoro in corso di lavorazione dal 2020
Narra Teodoreto (Storia Eccl., V, 26) che un certo monaco Telemaco sarebbe venuto dall’Oriente a Roma per far cessare la crudeltà dei combattimenti dei gladiatori. Un giorno durante uno spettacolo scese in mezzo all’arena fra i combattenti, cercando di far cessare la strage, ma gli spettatori indignati lo lapidarono. L’imperatore Onorio, informato di ciò, annoverò Telemaco nel numero dei gloriosi martiri, e vietò quegli spettacoli.
In alcuni codici del Martirologio Geronimiano è ricordato al 1° gennaio un martire Almachio, il quale, avendo detto: «Oggi è l’ottava del Signore: cessate dalle superstizioni degli idoli e dai sacrifici immondi», fu fatto uccidere dai gladiatori per ordine di Alipio, prefetto della città. Nonostante le diversità del nome e di alcune particolarità, tuttavia facilmente superabili, non c’è dubbio che si tratti dello stesso personaggio, la cui storia sarebbe così riferita da due fonti indipendenti. Teodoreto riporta forse la tradizione popolare orientale, mentre il Geronimiano ha usato una passio oggi perduta.
Dall’accenno al prefetto Alipio, contenuto in questa, sembrerebbe che il martirio di Almachio sia avvenuto nel 391: ma ciò non concorda con la notizia di Teodoreto che parla dell’imperatore Onorio. Qualcuno perciò ha pensato di spiegare il contrasto supponendo che Alipio fosse stato una seconda volta prefetto sotto Onorio o che l’imperatore, ricordando il sacrificio di Almachio, si fosse deciso a sopprimere i giochi dei gladiatori. Questi, infatti, erano ancora in uso nel 403, poiché Prudenzio supplicava l’imperatore di sopprimerli (Contra Symmachum, II, 1414-1429), e soltanto dopo il 410 i giochi cessarono del tutto.
Anche la diversità del nome nelle due fonti ha fatto dubitare dell’esistenza storica del martire, ma le obiezioni addotte non sembrano perentorie; non mancano buone ragioni per ritenere con il Martirologio Geronimiano che il vero nome del santo fosse Almachio.