Site icon Alfredo Verdi Demma

L’Acquerello nell’Arte

 

   “Una sorta di colore che serve per colorir disegni; e si fa mettendo una o due gocciole di inchiostro in tanta acqua quanta ci sarebbe in un guscio di noce” Filippo Balducci 1681.                                                                   

Nella tecnica ad acquerello i pigmenti colorati, macinati finissimi, vengono mescolati all’acqua per essere stesi sul supporto: pergamena o carta. L’acqua usata  come veicolo però, non scioglie completamente le polveri e non è sufficiente  completamente le polveri  e non è sufficiente a fissarle definitivamente al foglio dove i colori sono stati stesi.

Per evitare la polverizzazione e la conseguente caduta dei tratti è necessario  aggiungere sostanze agglutinanti come la gomma e il miele. Anticamente sono stati utilizzati come acquerelli vari tipi di inchiostri, come il bruno di seppia, oppure polveri derivati da ossidi metallici, terre colorate e pietre. L’uso dei colori è noto fin dall’antichità in diverse culture; essi sono stati impiegati anche nell’antico Egitto, in Cina e in Giappone.

In Europa l’acquerello viene utilizzato per completare il chiaroscuro o aggiungere il colori ai disegni fatti con altre tecniche .L’acquerello trova impegno nei disegni preparatori di opere maggiori, in quelle d’architettura ma anche, ma anche nelle illustrazioni dei libri di argomento botanico e zoologico; le tavole a colori di questi volumi raggiungono spesso alti livelli di qualità artistica .              I primi acquerelli in senso moderno furono quelli di Albercht Dürer e nel Settecento i pittori fiamminghi ne sfruttano la caratteristica trasparenza per rendere i particolari e le atmosfere degli ambienti.

La massima diffusione dell’acquerello si ebbe a partire dal Settecento, quando artisti come Constable e Turner lo usano come tecnica privilegiata per registrare gli infiniti cambiamenti della luce nella natura e nelle cose.

 

 

 

 

 

 

 

 

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