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La Terracotta Invetriata

Luca della Robbia ,Madonna del Roseto, 1450-1460, terracotta invetriata, Firenze, Museo Nazionale del Bargello.

Luca della Robbia applica alla scultura il rivestimento di smalto stannifero della maiolica creando, come scrisse Vasari nelle Vite ” Un arte nuova utile e bellissima”

L’uso della terracotta invetriata , o maiolica, si diffonde in area mediterranea in seguito all’espansione araba; la sua applicazione originaria è legata a oggetti d’uso , piastrelle e mattoni decorativi .Lo scultore fiorentino Luca della Robbia attorno agli anni quaranta del Quattrocento abbandona la scultura in marmo per applicarsi alla messa a punto all’utilizzi della terracotta invetriata. E’ probabile che l’interesse della Robbia per la lavorazione ceramica sia stato suscitato anche dall’amicizia con l’Umanista Niccolò Niccoli, studioso di reperti antiquari e collezionista di preziose maioliche orientali.

La tecnica della terracotta “robbiana” corrisponde in parte a quella della terracotta semplice :una volta che è preparato l’impasto e si è proceduto alla formatura,  a mano o a stampo, si fa parzialmente essiccare e si esegue la finitura e l’asciugatura finale. La statua o il rilievo vengono cotti nel forno ad una temperatura compresa tra i 750 e i 950 gradi. A questo punto nella lavorazione si prepara lo smalto stannifero , che contiene silice, ceneri sodiche calcinate, piombo, stagno e ossidi metallici .

Queste ultime due componenti conferiscono alla miscela vetrosa le caratteristiche tipiche degli smalti robbiani : lo stagno la opacizza e la rende bianca bianca, gli ossidi metallici ne definiscono i colori .Lo smalto , preparato in panetti, viene tirato finemente, mescolato con acqua e bianco d’uovo, applicato a pennello e successivamente sottoposto ad una seconda cottura. Il colore del forno, sciogliendo la polvere vetrosa, la fissa stabilmente alla superficie di terracotta, che a cottura avvenuta è completamente ricoperta da uno strato di smalto lucido e compatto.

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