
Ogni fase del disegno ha la sua tecnica ideale: strumenti dal tratto leggero per gli abbozzi e tratti morbidi, liquidi o polverosi per effetti di chiaroscuro.
E’ abbastanza raro che una tecnica venga utilizzata in modo esclusivo, gli artisti hanno spesso accostato più strumenti sullo stesso disegno con effetti completamente diversi, a livello sia tecnico che stilistico. Anche se le variazioni possibili sono pressochè infinite, alcune tecniche come la grafite e il carboncino, grazie alla facile cancellabilità , sono mezzi più adatti per abbozzare le prime tracce del disegno, che poi può essere completato con penna, penna, pennello o altro.
E’ frequente anche l’uso della sanguigna insieme alla matita nera, per dare movimenti effetti luminosi, ma anche per motivi pratici, come distinguere studi diversi- a volte sovrapposti-tracciati sul medesimo foglio. Molto comune dal Medioevo in avanti l’usi del pennello con inchiostri biacca o acquerelli su disegni a penna, in alcuni rari casi anche impreziositi da applicazioni di foglia d’oro; quest’uso avvicina il disegno alla miniatura.
Dalla metà del decennio del XX secolo , con il definitivo infrangersi di tutte le regole accademiche, anche nel disegno ritroviamo alcune novità tecniche che ne modificano radicalmente l’aspetto stilistico. La più importante di queste innovazioni introdotta nei quadri ma anche nei disegni cubisti di Picasso e Braque e usata sistematicamente da Dada ei surrealisti , è sicuramente il collage: ritagli di carta colorata , ma più spesso di carta stampata o da parati, incollati all’interno di composizione disegnate con matite e pennelli.