Secondo la tradizione il pesco é stato importato in Europa attraverso la Persia da Alessandro Magno in seguito alle sue conquiste in terra di Armenia.
La diffusione del pesco in Italia al tempo di Roma antica é testimoniata da un affresco pompeiana raffigurante una pianta con frutti bianchi identificati proprio come pesche.
Plinio nella sua Naturalista Historia ricorda che le pesche appartengo i alla specie di frutti costituiti di tre parti, ovvero il frutto vero e proprio, il nocciolo è l’interno del nocciolo stesso che racchiude il seme:per questo motivo sono state in seguito associate all’immagine della Trinità.
Talvolta la pesca può apparire tra le mani di Gesù Bambino nei dipinti che lo ritraggono insieme alla Vergine Maria, al posto della mela, assumendo e il medesimo significato di frutti della salvezza. L’origine di simile risale ad alcuni studiosi delle Sacre scritture, secondo i quali durante la fuga in Egitto un peso si sarebbe piegato al cospetto di Gesù.
Infone l’immagine della pesca con una foglia attaccata al picciolo era considerata dagli antichi il simbolo del cuore e della lingua. Tale significato é stato in seguito ripreso dagli artisti rinascimentali che hanno considerato tale raffigurazione come attributo della Verità. E proprio alla precedente accezione si rifà l’immagine allegoria della Verità descritta nell’Iconologia di Cesare Ripa