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I Ritratti delle Regine nell’Arte

Scipione Pulzone, Cristina di Lorena,1580, Firenze, Uffizi

Il ritratto della regina trasforma la figura nell’espressione di un’idea trascendente. E’ l’icona del volto femminile del potere e come tale i gioielli ne sono l’attributo naturale. 

Se al re si richiedeva di rincarnare i valori aristocratici di forza, fermezza e coraggio, alla regina con la distaccata eleganza dell’essere superiore sono necessarie una bellezze e una grazia una incomprensibili, una  materna umanità e una pietas esemplare. Accanto ai consueti regalia, inequivocabili segnali di potere, i ritratti delle regine fra Rinascimento e Ottocento offrono raffigurazioni di gioielli straordinari per ricchezza.

Aggiornati nelle forme e nel gusto dell’epoca, tali monili inducono a ritenere che essi venissero scelti fra le gioie della collezione regale per essere tradotti pittoricamente nel ritratto della proprietaria, documentandone così il gusto ma soprattutto il patrimonio. Espressione del lusso ineffabile dello stile di vita regale, a essi è affidato spesso un messaggio più sottile, fatto di allusioni alle caratteristiche morali della regina, alla quale si richiedeva di essere nell’aspetto e nelle virtù quinta essenza della femminilità.

Così, spesso i milioni di ritratti regali, attraverso la tipologia e il sottile linguaggio delle gemme, raccontano al mondo il ruolo della sposa regale e della madre dei futuri monarchi, presentandola agli occhi dei sudditi come un esemplare modello di vita.

Sulla mistica delle pietre preziose nei gioielli in generale si esprime Giovan Paolo Lomazzo, laddove egli avverte il pittore che di essi va fatto un sapiente uso iconografico, destinandoli soprattutto agli dei pagani e ai principi.

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