Fino all’età ellenistica l’intaglio viene praticato soltanto in negativo, anche per quelle pietre che non hanno funzione di sigillo; successivamente ha inizio l’intaglio delle gemme in rilievo e in seguito la scelta di alcune pietre, come l’agata e la sardonica, ha permesso agli abilissimi artisti greci di sfruttare la loro struttura zonata, cioè a strati di colore contrastante, per ricavare effetti cromatici, e sfumatura, tra il fondo e la figura o tra il volto e i capelli in caso di ritratti, molto eleganti e suggestivi.
La lavorazione del cammeo presenta maggiori difficoltà rispetto alla semplice incisione della gemma ed è il frutto della maturazione dei processi tecnici: l’incisione è praticata per mezzo di mole e ruote di dimensione e durezza variabili a seconda della durezza delle pietre da intagliare .Sui cammei greci e successivamente su quelli romani appaiono ritratti o scene mitologiche che stupiscono ancora oggi per la straordinaria finezza di lavorazione e il realismo delle immagini che, pur essendo realizzate in superfici di piccole dimensioni, possiedono le stesse caratteristiche della scultura coeva.
La lavorazione dei cammei scompare definitivamente nel Medioevo. Durante questo periodo i cammei antichi vengono generalmente riutilizzati e inseriti all’interno di gioielli contemporanei come testimonianza di continuità con la grande tradizione classica.