I Gioielli degli Dei olimpici

Nell’antica Grecia sono soprattutto i depositi votivi dei santuari a documentare la qualità degli oggetti preziosi, mentre le tracce del loro uso sono riprodotte nella pittura vascolare.

All’epoca della polis, la città stato greca, il linguaggio artistico ellenico, rispecchiando le necessità di un tessuto sociale omogeneo, aveva finalità democratiche e per tanto prediligeva fini pubblici e etici piuttosto che privati.

Le espressioni migliori dell’oreficeria risultavano strettamente connesse al santuario, inteso non solo come edificio religioso, ma anche come perno della vita civile. Così se relativamente pochi erano i monili creati per uso privato, molto materiale aureo veniva invece assorbito dai colossali simulacri crisoelefantini, statue di culto che oltre alla funzione di idoli avevano anche quella di giganteschi contenitori di tesori. Questi donari erano colmi di gioielli personali che gli inventari descrivevano privi di gemme e fatti solo di metallo prezioso oppure lavorato con la padronanza delle tecniche classiche: lo sbalzo, il casello, la filigrana e la granulazione.

La documentazione figurativa più caratteristica dell’epoca, la pittura vascolare,pur ricchissima di immagini femminili e di particolari costumi, mostra con evidenza la semplicità dell’ornamentazione personale ellenica. Tuttavia grazie al collegamento tra le immagini vascolari e la mitologia ,della quale esse celebrano dei ed eroi narrandone le gesta, il gioiello e la materia preziosa risultano collegati al culto religioso.

Una svolta tecnica e stilistica avverrà con l’impero ellenistico quando dall’Oriente ,con la grandissima quantità e varietà dei materiali preziosi ,giungeranno anche nuovi motivi figurativi come le immagini delle divinità e più complessi stilemi di ornamento che modificheranno gusto e abitudini dell’ornamentazione personale greca.

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