La storia dello stuzzicadenti è antica e si protrae fino all’epoca attuale, ma sembra limitata al solo Cinquecento l’uso di farne un pendente gioiello con l’impiego di oro smalti e pietre preziose.
I dentiscalpia nella Roma antica erano utilizzati non solo per nettarsi i denti da rimasugli di cibo, ma anche per prendere la carne che veniva presentata a tavola tagliata a pezzi. Marziale testimonia che gli stuzzicadenti romani potevano essere di legno, ma anche una piuma poteva svolgere tale funzione, mentre Petronio nel Satyricon narra che trimalcione possedeva uno stuzzicadenti d’argento.
Stuzzicadenti eseguiti in oro, smalti e pietre preziose e portati al collo come pendenti appesi ad una catena rappresentano uno degli ornamenti più curiosi della storia della gioielleria. Oggetti nati dal gusto per le curiosità lussuose e per le forme bizzarre, questi stuzzicadenti gioiello non sembrano essere stati prodotti che nel XVI secolo. Contro questo uso si pronuncia Della Casa che nel Galateo dedica all’oggetto un gustoso brano “… e chi porta legato al collo lo stuzzicadenti che erra senza fallo che oltra che quello che è uno strano arnese a veder trar di seno a un gentiluomo e ci fa sovvenire di questi cavadenti che noi veggiamo salire su per le panche, egli mostra anco che altri sia molto apparecchiato e provveduto per i servigi della gola; e non so ben dire perchè questi cotali non portino altresì il cucchiaio legato al collo ” .
E’ tuttavia possibile che accanto allo scopo funzionale lo spazzadente , come viene chiamato negli inventari dell’epoca, avesse anche una valenza magica derivante dall’avere forma analoga al corno, amuleto di antichissima origine e lunga tradizione .