Giardino dell’eden
GIARDINO DELL’EDEN – Dipinto in fase di studio ( h 1,42x l 1,06 )
Pieter Paul Rubens
Sir Pieter Paul Rubens, anche noto in Italia come Pietro Paolo Rubens (/ˈpi:tər pɑʊ̯l ˈry:bəns/; Siegen, 28 giugno 1577 – Anversa, 30 maggio 1640), è stato un pittore fiammingo.
La sua opera, secondo Giuliano Briganti, «può considerarsi l’archetipo del “barocco“»; per Luigi Mallé, ha aperto la via al tumultuante barocco europeo, nordico e francese in particolar modo.
Sappiamo che nel 1596 Rubens eseguì alcuni dipinti, tra cui un perduto Parnaso insieme al maestro Otto van Veen (1558-1629) e Jan Brueghel il Vecchio. Di questo primo periodo sono sia il Peccato originale, conservato al Rubenshuis di Anversa, in cui i personaggi sono resi con proporzioni classicheggianti, sia la Battaglia delle amazzoni, della Bildergalerie di Potsdam, ove le piccole figure sono inserite in un paesaggio realizzato da Jan Brueghel, secondo la tradizione anversana della divisione dei compiti nei paesaggi con figure. Nel 1598 venne iscritto come maestro alla corporazione dei pittori della gilda cittadina.
Nel maggio del 1600 partì per l’Italia dove rimase per i successivi otto anni, facendo tappa prima a Venezia dove studiò Tiziano, Veronese e Tintoretto, poi, entrato in contatto con Vincenzo I Gonzaga duca di Mantova.
Il giovane pittore accettò l’incarico di pittore di corte, conservando tale carica fino alla fine del suo soggiorno italiano e arricchendo così ulteriormente la sua cultura figurativa con lo studio delle opere della ricca collezione ducale e la realizzazione di copie di diversi dipinti famosi.
Nel 1601 venne inviato dal duca a Roma per copiare alcuni quadri. In questo soggiorno romano ebbe modo di ampliare ulteriormente i suoi orizzonti figurativi, grazie alla copia di modelli di Michelangelo e Raffaello, allo studio dell’antico, ma guardando anche alla coeva produzione artistica del Carracci, di Caravaggio e di Federico Barocci.
Entro il 1602 realizzò per la cappella di Sant’Elena nella basilica di Santa Croce in Gerusalemme il Trionfo di sant’Elena, l’Incoronazione di spine e l’Innalzamento della croce.
Di questo stesso periodo, in cui entrò in contatto con la cerchia del cardinale Scipione Borghese, sono anche il Compianto sul corpo di Cristo, ora conservato alla Galleria Borghese, e il Martirio di san Sebastiano di Palazzo Corsini.
Nel 1603 fu in missione per il duca di Mantova presso il re di Spagna. Rientrato nella città lombarda all’inizio del 1604, vi rimase fino al 1605.
L’anno successivo, durante un breve soggiorno genovese, dipinse il Ritratto di Brigida Spinola Doria, ora conservato alla National Gallery of Art di Washington e la Circoncisione per l’altare della chiesa dei gesuiti, ancora in loco, che ebbero una grande influenza nell’evoluzione del barocco genovese.
Raggiunto a Roma il fratello Philipp, ricevette la commissione per la decorazione dell’abside di Santa Maria in Vallicella, opera ora al Museo di Grenoble che, terminata alla fine del 1607, riunisce in un unico dipinto la Madonna e cinque santi.
Ma quando Rubens si accorse che la posizione del dipinto sull’altare attirava una luce eccessiva rendendolo poco leggibile, decise di ritirarlo e di sostituirlo, nel 1608, con tre dipinti realizzati su un supporto di ardesia, materiale più adatto alle condizioni luminose della chiesa: la Madonna della Vallicella, i Santi Gregorio, Papia e Mauro e i Santi Domitilla, Nereo e Achilleo. WIKIPEDIA