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Collezione 650 opere – Studio Verdi Demma

Collezione 650 opere – Studio Verdi Demma

Collezione 650 opere – Studio Verdi Demma: Scatti inediti di preziosa collezione composta da oltre 650 Opere, di diversi autori, periodi storici e tecniche. Oggetto di studio, catalogazione e valutazione a cura dello Studio Alfredo Verdi Demma.

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Collezionismo d’arte

Il collezionismo d’arte, cioè l’abitudine (di origine antica) di famiglie e soggetti privati di raccogliere opere d’arte, è strettamente connesso a motivazioni culturali ed estetiche, al fenomeno del mecenatismo ed al mercato dell’arte. Alcune delle più ricche collezioni del passato sono andate a costituire il nucleo originario di un museo.

Il XX secolo e la situazione contemporanea

Quello che caratterizzò maggiormente la storia del collezionismo dell’arte del XX secolo fu il ruolo che ricoprirono galleristi e collezionisti. Essi furono gli attori principali per la diffusione fisica e commerciale della maggior parte delle opere d’arte di quel periodo, sviluppando un sistema finanziario dell’arte tale da poter influenzare la critica sulle nuove scoperte e di conseguenza sulla valorizzazione di molte correnti artistiche.

Musei e collezioni pubbliche partecipavano al processo di formazione del valore artistico che a sua volta favorivano lo sviluppo di musei e collezioni sempre più grandi; è in questo contesto storico che nacquero i più noti musei come il MOMA (museum of modern art) ed il Guggenheim. Questo fenomeno diede vita alla dicotomia mondo dell’arte e mercato dell’arte che conosciamo oggi.

Più tardi verso la metà del secolo l’investimento di capitale, la creazione di un sistema economico del collezionismo e la dinamicità di tale mercato permisero a banche e società di credito di investire nell’arte dando vita negli USA alle prime collezioni aziendali. Da notare come già precedentemente l’attività di grandi corporazioni era stata impiegata per nascita delle istituzioni museali: Rockefeller e Moma. Solo molto più tardi l’attività di alcuni artisti (critica istituzionale) si concentra sull’evidenziare i collegamenti tra il mondo dell’arte e l’economia. Un esempio di tale pratica artistica è il lavoro dell’artista tedesco Hans Haacke che nel 1970 realizza la sua opera Moma poll, con la quale sottolinea le relazioni tra Moma, il governatore Rockefeller e la politica del tempo del presidente Nixon.

Si assiste poi alla nascita di una nuova forma di collezionismo sicuramente più dinamico che non si limita a seguire le tendenze del mercato dell’arte, ma le anticipa.[1] È su questo solco che si muove la testimonianza storico-artistica del collezionista italiano, Giuseppe Panza di Biumo, capace di raccogliere nel tempo una miriade di opere delle più disparate tendenze.

La mobilità dell’opera d’arte, garantita sia dai mezzi di trasporto sia dai flussi economici, insieme alla moltiplicazione degli operatori di settore, della diffusione mediatica e di un pubblico sempre più vasto favorirono la comparsa di nuovi modelli espositivi come ad esempio la fiera d’arte.Esempio di tale manifestazione è il caso di particolare rilievo della fiera di Basilea: Art Basel. Queste metamorfosi del mercato e del mondo dell’arte influirono ed influiscono tuttora profondamente nella concezione di bene artistico, alimentando così un concetto di collezionismo ambiguo e multiforme.

Nel XXI secolo l’investimento nel settore artistico rappresenta la sintesi tra diversi fattori: valore, cultura ed estetica. Questa sintesi appare non trasparente per via di logiche e meccanismi intrinseci del sistema dell’arte spesso speculativi e volutamente opachi. Questi elementi caratterizzano molti aspetti dell’arte e delle collezioni degli ultimi decenni del XX secolo e degli inizi del XXI. – Wikipedia

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