Le qualità soporifero del papavero erano note sin dai tempi piu antichi. Nell’antica Grecia si era soliti rappresentare il dio del sonno Ipno, con una corona di papaveri in capo.
Ovidio descrive il regno del Sonno come un antro nascosto davanti al quale spunta un rigoglioso campo di papaveri e di altre erbe, da cui la Notte “spreme il sapore” per poi spargerlo sulle terre immerse nel buio.
In genere tutte le divinità legate al sonno e ai sogni, la Notte o Morfeo, hanno come attributo il papavero, che finisce per essere associato al sonno eterno e quindi alla morte.
Il papavero di cui parlano gli antichi é quasi sicuramente quello denominato Papaver somniferun, ovvero l’oppio, originario dall’Asia, ma introdotto nel bacino del Mederraneo già in epoche antichissime.
L’immagine del fiore venne assimilata anche alla dottrina cristiana, che vede nel rosso intenso del suo colore l’immagine della Passione di Gesù, è per tale motivo può essere raffigurato nelle scene della Crocefissione.
Inoltre, poiché il papavero cresce per lo più nei campi di grano, é anch’esso considerato un simbolo di Gesù in quanto rimanda all’immagine del pane dell’Eucaristia, ma può anche simboleggiare il sangue di Cristo. Il papavero che appare di solito in questo genere di dipinti é quello più comune, detto Papaver rhoeas. Il fiore inteso come simbolo di morte viene raffigurato spesso nei dipinti che hanno spesso per oggetto una natura morta, in particolare nelle così dette vanitas