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Il Mezzotinto o maniera nera

Luigi Calmatta Martirio di San Pietro 1865, Mezzotinto e bulino, Roma, Istituto Nazionale per la Grafica

Con il mezzotinto è possibile rendere in modo pittorico anche i valori di chiaroscuro in una gamma pressochè infinita.

Il mezzotinto nasce in Germania nel 1642 da un’invenzione di Ludwig von Siegen di Utrecht ed ha una grande diffusione nel Settecento fino alla prima metà dell’Ottocento  soprattutto come tecnica per la riproduzione dei dipinti.

Il mezzotinto, detto anche matita nera, assieme anche alla puntasecca e al bulino è una tecnica per l’incisione diretta della lastra. Con essa è possibile rendere pittoricamente i valori di chiaroscuro. A differenza degli strumenti sopracitati, che sono tecniche lineari, nel mezzotinto si lavora sulle campiture partendo dai toni più scuri. La lastra di rame viene preparata rendendola rugosa con uno strumento particolare a forma di mezzaluna, dotato di una lama a semicerchio fittamente rigata e chiamato “pettine”. Passato diverse volte sulla lastra, prima in un senso poi nell’altro, il pettine produce moltissime “barbe”, piccolissime asperità che , inchiostrate, producono un tono uniformo di nero profondo . L’immagine si forma raschiando o schiacciando le barbe , in modo totale o parziale, nei punti dove si richiedono i grigi o i bianchi. Il risultato a stampa di una lastra così lavorata è estremamente morbido, con valori diversi di chiaroscuro ben modulati,

Con la puntasecca il mezzotinto non sopporta le grandi tinture, perchè la pressione del torchio ne appiattisce rapidamente la delicata granitura.

 

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