Il mare e l’oceano diventano dal XIX secolo orizzonti infiniti per il sogno : sulle nascono scene di passione e di seduzione , poi banalizzate nel kitsch delle “crociere d’amore”
Nonostante la grande tradizione della letteratura e dei miti greci ambientati sulle rive dell’Egeo, il mare è stato a lungo visto come un luogo ostile ,certamente poco propizio per fare da fondale a situazioni amorose.
Durante il Medioevo il mare è il regno del male e del mistero, la distesa infinita nella quale si aggira silenzioso ed invisibile l’enorme Leviatano: la vicenda di Giona, spesso riprodotta in rilievi e dipinti romanici, è un costante monito sulle insidie del mare, e l’eroica morte di Ulisse immaginato da Dante ne offre una epica, grandiosa, ma alla fine drammatica conferma.
Il Rinascimento recupera il valore appassionato dell’amore gettato sulle onde del mare: la bellissima Andromeda minacciata dal mostro marino ma liberata da Perseo diventa l’esempio letterario e il modello figurativo di un combattimento vittorioso tra l’uomo e la potenza del mare. Il premio può essere la liberazione di una mitica fanciulla, oppure…. la scoperta di un nuovo continente, o l’apertura di una via commerciale al di là del capo di Buona Speranza.