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Il Manierismo nelle Corti d’Europa

Nato a Firenze come stile “di fronda” il manierismo diventi intorno al 1540 un’arte “di regime” per esprimere l’immagine immobile e inscalfibile del potere assoluto.

Sostenuto dai riferimenti a Raffaello e Michelangelo, dai viaggi degli artisti alla circolazione dei modelli offerta dalla diffusione della stampa, il fenomeno artistico del manierismo raggiunge una portata internazionale fino a diventare la “lingua comune” dell’arte di corte alla fine del Rinascimento. In più di una nazione , in effetti, si passa quasi direttamente dal tardogotico al manierismo .In un scenario  politico che vede di grandi stati nazionali,  in cui vengono assorbiti i piccoli poteri locali, l’arte tende ad una “globalizzazione” europea, con manifestazioni simili.  Fondamentale è l’esito del Sacco di Roma del1527: I collaboratori di Raffaello, che anche dopo la more del Maestro continuavano a formare una scuola compatta,  fuggono da Roma e si disperdono in diverse corti d’Europa, grandi e piccole.

L’ideale aristocratico e la compostezza salda del potere ,si esprimono attraverso una forma bloccata, quasi cristallizzata : il riferimento esplicito o sottinteso a modelli formali classici, come le statue antiche o le stampe tratte dalle opere di Raffaello, può essere inteso solo da persone dalla fine e aggiornata cultura figurativa, e dunque diventa una sorta di linguaggio cifrato, accessibile esclusivamente a chi appartiene a un ‘élite. In Francia il gusto della “maniera moderna”(spesso chiamata semplicemente” Renaissance”) si rispecchia soprattutto nelle opere commissionate direttamente dalla corte. Anche grazie all’esempio francese, nella corte del Cinquecento questo stile, prezioso, aristocratico si espande in tutto il continente.

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